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28 aprile 2021 - 15:19Tutte le domande e tutte le risposte sull’accessorio Apple che aiuta a ritrovare gli oggetti smarriti. Che tecnologie usa? Si può usare per spionaggio fai da te?
di Paolo Ottolina
A-A+shadowStampaEmailAirTag è l’ultima novità di Apple, presentata durante il recente evento dell’azienda californiana ma di cui si parlava alivello di indiscrezioni da un paio d’anno. Che cos’è? Un accessorio per iPhone che rientra nella categoria dei “tracker”, oggettini in grado di segnalare la posizione attraverso un’app o un sito web. AirTag in sé ha un funzionamento semplicissimo ma solleva un certo numero di domande, sia per come è fatto sia per le ricadute sulla privacy. È facile immaginare che Apple AirTag possa essere usato per operazioni di “spionaggio fai da te”. Ma è veramente così? È possibile farlo? E quali sono i limiti, le potenzialità e i pericoli di questo accessorio? Stiamo provando AirTag in anteprima: proviamo a rispondere a tutte le domande.
Com’è fatto AirTag?Partiamo dall’oggetto. AirTag è un dischetto grande all’incirca come una moneta. Il diametro è di 3,19 centimetri, è spesso 0,8 cm e pesa 11 grammi. Dalle dimensioni è facile capire che AirTag può essere infilato pressoché ovunque. Sopra è di acciaio inossidabile lucido (probabili graffi all’orizzonte) come il retro dei vecchi iPod o il bordo dell’iPhone X. Sotto è di materiale plastico bianco: al momento dell’acquisto (se effettuato dal sito Apple), può essere personalizzato con lettere (fino a 4) e/o emoji. Su AirTag c’è un altoparlante, non visibile perché sfrutta tutta la superficie del dispositivo per diffondere il suono. Un dettaglio fondamentale per il funzionamento, su cui torniamo più avanti.
E se mi cade in acqua?AirTag è resistente ad acqua, liquidi e polvere. È certificato IP67 (resistenza fino 1 metro sott’acqua per 30 minuti). Quindi se le chiavi con AirTag finiscono in una pozzanghera il tracker funzionerà lo stesso.
Ok, ma cosa fa AirTag?È un “tag”, un’etichetta elettronica che comunica attraverso radiofrequenza e indica la propria posizione. E quindi la posizione dell’oggetto a cui è attaccato. Può essere infilato in un portafogli o nella tasca interna di una borsa. Oppure sfruttando accessori tipo portachiavi o laccetti, può essere attaccato a un mazzo di chiavi, a uno zaino, una valigia, un ombrello o qualunque altro oggetto vi interessi evitare di perdere.
Serve un’App? Serve uno specifico modello di iPhone?Sì, AirTag sfrutta l’app “Dov’è”, sviluppata da Apple e già installata sui suoi dispositivi (iPhone, iPad, Mac). AirTag è compatibile con tutti gli iPhone aggiornati ad iOS 14.5 e successivi, nonché gli iPad aggiornati ad iPadOS 14.5 e successivi. Le versioni 14.5 sono ricche di novità e sono state rilasciate pochi giorni fa da Apple (qui trovate tutte le novità).
Come funziona, con il Gps?No, non utilizza il Gps o altri sistemi di tracciamento satellitare. Di tracker Gps ne esistono molti in commercio ma hanno diversi problemi. Dimensioni generose, non certo come una moneta. Batterie che non durano molto a lungo, perché la connessione Gps consuma. Il Gps poi ha problemi di localizzazione: non è abbastanza precisa per identificare oggetti molto piccoli come chiavi o portamonete, e soprattutto non funziona all’interno degli edifici. Infine ci sono problemi di privacy.
Quindi che tecnologie sfrutta AirTag?La prima è il Bluetooth, che ha un raggio di alcune decine di metri e serve che darci la prima indicazione, ovvero se l’oggetto smarrito è distante da noi o piuttosto vicino. Tutti i dispositivi Apple concorrono alla rete “Dov’è” (”Find My”): ne parliamo dopo quando entriamo nel tema privacy. La seconda è l’UWB, Ultra Wideband, che serve alla vera “magia” di AirTag, chiamata Precision Finding (Posizione Precisa).
Cos’è l’UWB e come funziona?L’Ultra Wideband, UWB, è una tecnologia di identificazione basata sulle radiofrequenze. Fa una cosa specifica e la fa molto bene: riesce a calcolare le posizioni, in qualunque ambiente, con estrema precisione. Un’accuratezza di circa 1 centimetro, ottenuta misurando quanto tempo impiegano a viaggiare tra due dispositivi degli impulsi di energia a radiofrequenza di durata temporale estremamente ridotta e quindi con occupazione spettrale molto ampia (da cui l’ultra wide del nome). Negli iPhone più recenti, iPhone 11 e iPhone 12, c’è un chip chiamato U1 che si occupa di tutto ciò: solo questi modelli sono compatibili con Precision Finding.Quindi, riassumendo: tutti gli iPhone/iPad con iOS/iPadOS 14.5 sono compatibili con con AirTag. Ma se sono più vecchi e non hanno il chip U1 non sono né saranno compatibili con la ricerca di Posizione Precisa.
Chiarito cos’è questo UWB, cos’è Precision Finding?L’app Dov’è esiste da tempo. Magari vi sarà capitato di usarla per rintracciare un iPhone, un iPad o un Mac dimenticati da qualche parte. O magari rubati. Si va su Dov’è, si sceglie il dispositivo da trovare, lo si vede sulla mappa e si possono usare le Mappe per arrivare al un punto, più o meno preciso, dove si trova. Questo sistema ha molti limiti. Ad esempio, se il device non è più collegato alla rete, non sappiamo dove si trova. E se anche è collegato, non è abbastanza preciso da dirci a che altezza si trova: se il mio iPhone è stato rubato e non è stato ancora spento, posso capire in quale palazzo è finito ma non avrò la minima idea di qual è il piano in cui si trova, qual è l’appartamento in cui suonare (posto che suonare il campanello di chi mi ha rubato l’iPhone sia una buona idea, ma quello è un altro problema). L’estrema precisione della tecnologia UWB aggira questi limiti.Con gli ultimi aggiornamenti, su Dov’è c’è una nuova categoria: accanto a Dispositivi, c’è ora anche Oggetti. I nostri AirTag sono lì, con il nome assegnato (”chiavi”, “valigia rossa”, etc).Cliccando sull’oggetto vedrò la voce “Trova nelle vicinanze”, con una freccia verde. La freccia sarà blu e avrò un generico “Indicazioni” per i device come l’iPhone o se utilizzo la funzione su un iPhone senza chip U1 o ancora se non ho dato il permesso di localizzazione precisa all’app Dov’è (nelle impostazioni di iOS). Toccando “Trova nelle vicinanze”, l’iPhone identificherà la sua posizione e poi inizierà un giochino tipo “acqua... fuoco... fuochino”. Si materializzerà un cerchio di puntini che mi dirà prima a che distanza siamo dall’oggetto da trovare (”10 metri”, “9,7 metri”, “8 metri”...), poi diventerà una freccia verde. Grazie all’accelerometro e al giroscopio, l0 smartphone mi guiderà passo passo. “2,8 metri sulla destra”, “2 metri avanti” e così via, fino a dirci “Qui” quando l’AirTag è sotto il nostro naso. Un video può far capire la faccenda meglio di tante parole:
Precision Finding mi ha guidato sul posto ma proprio non riesco a trovare le chiavi con l’AirTag attaccato. Come faccio?L’AirTag ha uno speaker: dall’app “Dov’è” si può far suonare ed emetterà un suono per circa 10 secondi. L’altoparlante ha una potenza limitata. Abbiamo fatto una prova con un AirTag nascosto in un cassetto all’interno di un armadio: il suono non è udibile da una stanza adiacente. Se però vi avvicinate con Precision Finding e l’ambiente è silenzioso riuscirete a sentirlo. Il suono funziona con qualsiasi iPhone e iPad (a prescindere da Precision Finding) ed è la funzione più pratica per ritrovare qualcosa smarrito in casa o nelle vicinanze.
Come faccio a ricaricare AirTag e quanto dura la batteria?AirTag è l’unico oggetto Apple con batteria non integrata e sostituibile. Utilizza una normale batteria piatta da orologi, di tipo CR2032. Apple stima la durata in circa 1 anno. L’autonomia residua è visibile nell’app Dov’è.
Arriviamo alla privacy. Apple userà AirTag per sapere in tempo reale dove mi trovo?Tra i colossi tecnologici, Apple è l’azienda che più di tutte ha insistito e insiste sulla tutela della privacy, cosa che sta portando a uno scontro aperto con altre aziende che hanno un diverso modello di business e che sono più disinvolte tema, come Facebook. È evidente che su AirTag, Apple ha fatto una profonda riflessione e questo è uno dei probabili motivi per cui l’uscita sul mercato, di cui si parla da 2 anni, è avvenuta solo ora. Come per altre evoluzioni delle sue tecnologie, Apple fa un lungo lavoro preparatorio. Quando tutti i pezzi del puzzle sono a posto, lancia il suo prodotto, che al quel punto ha tutte le caratteristiche per funzionare al meglio. Il primo tassello è stato la rete “Find My”, quella utilizzata da “Dov’è” e che sfrutta il Bluetooth appoggiandosi al miliardo di dispositivi Apple in giro per il mondo. Implementare una funzione di localizzazione da dispositivo a dispositivo preservando la privacy non è stato banale. Per semplificare, c’è un robusto sistema di crittografia che impedisce di abusare della funzioneper tracciare altre persone. Find My richiede la presenza di almeno due dispositivi: ognuno emette una chiave pubblica in costante cambiamento che i dispositivi Apple vicini raccolgono, criptano a loro volta e caricano con i tuoi dati di geolocalizzazione. Per decifrare quel segnale di localizzazione serve un secondo dispositivo Apple collegato alle credenziali del proprio ID Apple. Grazie a questo sistema a doppia chiave nessuno, neppure Apple stessa, può accedere alle posizioni. Solo chi possiede i due dispositivi.
Ho capito come funziona, ma facciamo un esempio. Metti di dimenticare le chiavi con l’AirTag su un aereo. Cosa succede?In questa situazione intanto vedrò sulle Mappe l’ultima posizione nota al mio iPhone, l’ultima volta che l’AirTag si è collegato al mio telefono. Poi però un assistente di volo o un lavoratore dell’aeroporto con un iPhone in tasca potrebbe entrare in prossimità dell’AirTag. Questi si collegherebbe all’iPhone dell’assistente di volo, raccogliendo la mia chiave pubblica. L’iPhone dell’assistente di volo caricherebbe sui server di Apple la posizione criptata del mio oggetto smarrito e un “hash” della mia tua chiave pubblica (un identificativo). Io, attraverso il mio iPhone, posso vedere così dove si trova, anche se è stato spostato. Questo sistema è valido per un dispositivo smarrito (un iPhone o un iPad) che è andato offline, perché spento o perché la batteria è finita. Ed è valido anche per un oggetto senza connettività propria come l’AirTag.
Serve quindi un dispositivo Apple nelle vicinanze dell’oggetto smarrito.Certo, se smarriamo le chiavi nel deserto del Gobi e nessuno passa da quelle parti per anni, oppure se nessuno di quelli che passano di lì ha un iPhone, allora non potremo sapere la posizione corretta. O meglio, sapremo l’ultima posizione nota e caricata sui server Apple, ma che potrebbe essere inutile se l’oggetto è stato spostato, volontariamente o in modo accidentale. Però, se c’è un’azienda che può rendere vincente utile questa idea è proprio Apple: ha già 1 miliardo di suoi dispositivi sparsi per il mondo e costantemente piazza i suoi iPhone tra i 10 smartphone più venduti dell’anno.
Torniamo alla privacy di AirTag. Come funziona?I dati della posizione e la cronologia delle localizzazioni non sono mai memorizzate sull’AirTag stesso. I dispositivi della rete Find My che trasmettono la posizione del tuo AirTag rimangono anch’essi anonimi, e i dati sulla posizione sono criptati, come spiegato prima, in ogni fase del processo. Se smarriamo qualcosa non potremo chiedere a Apple di ritrovarlo per noi: nemmeno lei conosce la posizione dell’AirTag o di qualsiasi dispositivo che aiuta a trovarlo.
Ho l’impressione di essere pedinato: e se qualcuno ha infilato un AirTag nella mia borsa e lo sta usando per seguirmi?AirTag è progettato per scoraggiare tracciamenti indesiderati, che sono - è bene ricordarlo - illegali. Se l’AirTag di un’altra persona finisce, per sbaglio o deliberatamente, tra le tue cose, il tuo iPhone si accorge che c’è un AirTag “alieno” che si sta spostando con te e ti avvisa con una notifica silenziosa una volta rientrato a casa. Se non riesci trovare il tracker, dopo un po’ l’AirTag separato dal suo "padrone" inizierà a suonare per farsi sentire. Accade dopo 3 giorni: questo vale dunque anche per un "pedinato" che non ha un iPhone ma un Android. Apple ha comunicato che questo periodo (3 giorni) potrà essere variato “over the air” in base a valutazioni che l’azienda di Cupertino farà prossimamente.
Ho preso le chiavi dell’auto, a cui il/la mio/a partner ha attaccato un suo AirTag: inizierà a suonare come un matto? Se l’AirTag è associato a un oggetto che hai preso “in prestito”, puoi toccare «Metti in pausa gli avvisi di sicurezza» per disattivare le notifiche “AirTag rilevato” per un giorno. Se hai preso in prestito un AirTag da un membro del tuo gruppo «In famiglia», puoi disattivare gli avvisi di sicurezza per un giorno o a tempo indeterminato.
Ho perso le chiavi con un AirTag attaccato. Cosa devo fare?Imposti il tuo AirTag in Modalità Smarrito dall’app Dov’è, esattamente come si può fare da anni per un iPhone o un iPad o un Mac.In questo modo, se l’AirTag viene rilevato da un dispositivo della rete “Find My” (con le modalità che abbiamo raccontato), si riceve una notifica in automatico. Quando si attiva la modalità Smarrito si può scegliere anche di impostare una frase e un numero di telefono: potranno essere visualizzate da chiunque trovi l’AirTag, semplicemente appoggiando al tag il retro di qualunque smartphone dotato di tecnologia NFC (la stessa che si usa per pagare con il telefono). In questo caso non serve un iPhone, va bene anche un telefono Android, basta che abbia l’NFC. Su un Android verrà aperta una pagina web.Ah, se trovate un AirTag smarrito non potete riutilizzarlo: solo il proprietario può annullare l'associazione col suo account, senza questa passaggio non può funzionare.
Lo posso usare come antifurto?Non è un antifurto. È un anti-smarrimento. Chiunque, se l'AirTag è collocato bene in vista, può aprirlo, staccare la batteria e renderlo inutile. Se volete piazzarlo in una borsa va nascosto in una tasca interna. Su una bici sotto la sella. E così via. Ma non è un antifurto.
Posso usarlo per tracciare il mio cane? O mio figlio?Non è pensato per questi usi. AirTag emette un "ping" di localizzazione solo ogni tanto, non a ritmo continuo. Il tracciamento di un animale che si sposta rapidamente non sarebbe efficace. Per questi usi ci sono tracker Gps con collegamento alla rete mobile.Per i bambini Apple consiglia piuttostoun Apple Watch su cui attivare Configurazione Famiglia.
AirTag è facile da configurare?Fa tutto da sé. Ha una linguetta di plastica che va tirata e che attiva la batteria da orologio al suo interno. Da quel momento, appena lo si avvicina a un iPhone parte l’associazione al proprio Apple ID, gli si dà un nome e si è pronti a usarlo.Si possono associare fino ad un massimo di 16 AirTag(s) per ogni account Apple.
Ci sono degli accessori?Apple ha pensato a una serie di accessori per agganciare i dischetti a chiavi, borse o altri oggetti. Si chiamano AirTag Leather Key Ring, AirTag Leather Loop e AirTag Loop (prezzi da 39 euro). Ma ne sono disponibili già diversi di altre aziende, anche a prezzi modici, ed è probabile che ne arrivi una valanga nei prossimi tempi. Se siete molto ricchi o fashion addicted ci sono quelli di Hermès, da 299 euro in su.
Quanto costa un AirTag?35 euro. La confezione da 4 AirTag costa 119 euro.
Ha dei concorrenti?Come spesso capita, difficilmente Apple introduce per prima una tecnologia. Prima, come detto, fa un lungo lavoro preparatorio. Da diversi anni esistono tracker Bluetooth. Il più celebre è Tile, che ha venduto diversi milioni di pezzi. Un modello compatibile con la tecnologia UWB è in arrivo da Chipolo: si chiama One Spot e sarà compatibile con la rete “Dov’è” di Apple. A dire il vero Apple ha aperto la sua rete di tracking ad aziende terze. Oltre a Chipolo One Spot, sono già compatibili le bici elettriche S3 e X3 di VanMoof, gli auricolari wireless Soundform Freedom di Belkin. Apple ha creato il “Find My Network Accessory Program”, pensato per sviluppatori e sviluppatrici di accessori che desiderano inserire un prodotto esistente o in via di sviluppo nella rete di Dov’è. Gli oggetti compatibili hanno la certificazione ““Works with Apple Find My”: facile immaginare che ne arriveranno parecchi nei prossimi anni, ampliando enormemente la rete di oggetti rintracciabili.
28 aprile 2021 (modifica il 1 maggio 2021 | 14:46)© RIPRODUZIONE RISERVATA