Telefono a corto di batteria, caricabatterie a casa e nessuno con un cavetto compatibile. Un'immagine per molti terribile e spesso rappresentazione di un evento realmente avvenuto. A lungo si è parlato della possibilità di introdurre la ricarica universale, e forse potrebbe essere la volta buona.
L'Ue ha affermato nelle ultime ore di aver finalmente trovato la via giusta, con buona pace di chi ancora si oppone a questo cambiamento decisamente radicale. Non importa se la marca del proprio smartphone sarà Apple, Samsung, Xiaomi o un'altra ancora: qualsiasi caricabatterie dovrà risultare adatto al dispositivo da ricaricare.
Non sarà qualcosa di immediato però, anche se i piani dell'Ue verranno seguiti alla lettera e senza rinvii si parla di attendere fino al 2024. Meglio tardi che mai? Dipende, perché non mancano le voci discordanti e che si oppongono al caricabatterie universale.
Caricabatterie universale: atteso, ma non da tutti
Che il dibattito intorno al caricabatterie universale sia acceso è cosa nota ai più. Tuttavia, spesso il nodo centrale viene liquidato in fretta senza far capire davvero cosa c'è dietro tale dissenso. Diciamo che grosso modo il principale antagonista del provvedimento è Apple, che della sua tecnologia Lightning ha fatto un proprio marchio distintivo. Sia inteso come ricarica che come connettività dei dispositivi.
Complici anche alcune misure intraprese dall'Europa in questi anni, a partire dal 2009, al contrario i dispositivi Android sarebbero all'80% già pronti al cambiamento. Questo perché l'Ue sembra intenzionata, con una votazione prevista entro settembre, a fissare come standard unico il cavo Usb-C (attualmente il più diffuso). Tuttavia restano ancora in ballo alcuni altri standard oltre al Lightining, per una quota restante totale del 20%: in particolare resiste su alcuni dispositivi l'ormai passato standard Usb-A.
Inevitabile pensare che per Cupertino riconvertire gli iPhone allo standard USB-C rappresenterebbe un costo non indifferente. Questo malgrado Apple si trovi già avanti su un altro fronte e, su suoi iPad Pro, abbia già implementato USB-C. L'UE ha chiesto di fornire (coi nuovi dispositivi) soltanto i cavi, lasciando gli utenti liberi di utilizzare i vecchi caricabatterie, pratica già avviata da Cupertino dal 2020. Altra richiesta da parte dell'Unione Europea è quella di rendere interoperabili i software per la ricarica rapida, rendendo ancor più intercambiabili i vari accessori.
Il proprio rifiuto non sarebbe però una mera questione commerciale, afferma Apple. La società fondata da Steve Jobs sostiene che le misure rappresentano un potenziale limite per l'innovazione tecnologica, imponendo vincoli tali da limitare la visione futura. Non solo, si correrebbe il rischio di generare una montagna di rifiuti elettronici e di irritare i consumatori.
Piuttosto differente la visione UE da quella Apple. L'Unione Europea convinta che l'introduzione del caricabatterie unico contribuirà al contrario a ridurre il volume di rifiuti elettronici (RAEE), a tutto vantaggio dell'ambiente.
Caricabatterie unico in arrivo nel 2024?
Come detto sembra che per l'effettivo cambiamento ci sarà da attendere il 2024. Il perché è presto spiegato. Anche se il via libera alla legge UE venisse concesso entro settembre, probabile visto l'esito di una precedente risoluzione non legislativa sul tema (582 eurodeputati a favore, 40 contrari e 37 astenuti), il provvedimento entrerebbe in vigore verosimilmente dal 1 gennaio 2022.
Da qui dovrà passare un altro anno, fino al 2023, periodo concesso agli Stati membri per il recepimento della nuova legislazione. Ulteriori 12 mesi dovrebbero essere accordati alle aziende affinché provvedano a uniformarsi alle modifiche introdotte. Senza intoppi data finale inizio 2024.