Perché non dovresti mai caricare lo smartphone di notte

Volta: 20/Jun Di: kenglenn 787 Visualizzazioni

TechC'è un metodo ben preciso per evitare surriscaldamenti o utilizzi impropri della batteria. Ma lasciare il telefono collegato alla corrente per ore non è il modo migliore per ricaricarlo. Ecco perché

Di Luca Pierattini

Ricaricare lo smartphone di notte è un’abitudine per migliaia di persone, soprattutto per chi ha qualche anno in più e ha iniziato a farlo fin dai tempi dei primissimi cellulari quando una ricarica completa della batteria richiedeva più di 4 ore. Ma un conto è farlo con i vecchi telefoni a conchiglia che richiedevano tempi lunghissimi di ricarica con alimentatori poco potenti, un altro è farlo con gli smartphone moderni dotati di super-caricatori e batterie in grado di passare da 0 a 100% in meno di un’ora di tempo. Ecco perché caricare lo smartphone di notte non solo è controproducente, ma è proprio dannoso per il telefono.

La carica ideale per non rovinare lo smartphone

Gli esperti consigliano di tenere la carica della batteria tra il 20% e l'80% per allungarne la durata e preservarne la capacità di accumulare energia. Poiché la tecnologia a ioni di litio perde nel tempo la possibilità di raggiungere il 100% di ricarica – come sa bene chi ha un iPhone e monitora di frequente lo stato della batteria all’interno delle Impostazioni – sarebbe necessario non arrivare mai alla ricarica massima per tutelarne il ciclo di vita e le prestazioni. La maggior parte delle moderne batterie agli ioni di litio all'interno degli smartphone sono progettate per durare 500 cicli di carica e scarica completi (all’incirca due anni di utilizzo), dopodiché comincerà ad esaurirsi: l’autonomia durerà meno e occorrerà più tempo per riuscire a caricarlo completamente.

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Quando è meglio ricaricare

Perché non dovresti mai caricare lo smartphone di notte

Cercando di riassumere in parole povere un concetto ben più complesso: più carichiamo al massimo la batteria del telefono e più questa perderà prestazione e non sarà più in grado di garantire lo stesso livello di ricarica. In pratica, se quando hai comprato il telefono il 100% di ricarica che vedi sul display corrispondeva effettivamente a quel livello di batteria, dopo 1-2 anni, quello stesso valore si esprime in realtà con un 96% effettivo della carica originaria. Ecco perché sarebbe necessario ricaricare lo smartphone più spesso – magari per 30-40 minuti - soltanto quando la batteria è al di sotto del 20% senza raggiungere la ricarica completa.

Quale caricatore prendere

Per questo motivo l’abitudine di tenere lo smartphone attaccato alla corrente non aiuta la batteria: si rischia di prolungare inutilmente il tempo di ricarica, surriscaldando la cover posteriore e, in casi estremamente rari, arrivare perfino all’esplosione, come è successo in passato con il Samsung Galaxy Note 7, poi ritirato dal mercato proprio a causa di questo difetto. Ovviamente questo non succede con gli altri telefoni, anzi, i top di gamma hanno soluzioni di ricarica smart in grado di rallentare la ricarica proprio per preservare questo tipo di fenomeno – è il caso dell’iPhone, giusto per citarne uno. Ma se hai un modello meno costoso, preservare la batteria è un atto necessario: ti basta tenerlo al fresco (ad esempio, togliendo la cover quando è sotto carica), scegliere un caricabatterie a bassa potenza (che garantisce una ricarica più lenta) ed evitare di dimenticarlo troppe ore collegato alla corrente, come quando decidi di ricaricarlo di notte.