Un ciclo vitale ben più corto di molti altri prodotti e vendite che negli ultimi anni sono cresciute con costanza hanno finito per trasformare le apparecchiature elettroniche obsolete in uno dei maggiori problemi ai giorni nostri, con milioni di tonnellate di rifiuti prodotti dai Paesi industrializzati ogni anno. I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (i cosiddetti RAEE), quindi smartphone, tablet, computer portatili, indossabili e via dicendo, devono essere smaltiti nel modo corretto per almeno due ragioni: evitare che le sostanze inquinanti contenute finiscano per provocare danni all'ambiente e recuperare dai prodotti di scarto i materiali, anche molto pregiati e costosi, che invece possono essere reimpiegati altrove.
Per fortuna negli ultimi anni la sensibilità verso questo tema è cresciuta in maniera esponenziale, e sempre più gente non tratta più come comuni rifiuti i prodotti elettronici a fine vita ma come rifiuti speciali, proprio come dovrebbe essere. In Europa, ad esempio, da anni è previsto il cosiddetto "Uno a Uno": quando compriamo un cellulare nuovo possiamo consegnare al negozio quello vecchio, senza pagare costi di smaltimento.
C'è però un'altra via che centra due obiettivi in un sol colpo, quelli della riduzione dei rifiuti elettronici e del ridimensionamento del paradigma "usa e getta": il riuso del dispositivo. Un PC con un hardware sopraffatto dal tempo e ormai poco prestante può essere ad esempio riutilizzato in soggiorno come hub multimediale per la TV, mentre ad uno smartphone si può regalare una seconda vita non meno utile per l'utente della prima come hard disk esterno se ha un buon quantitativo di memoria interna, o può essere tenuto in auto per utilizzarlo come navigatore, o ancora utilizzandolo come sensore di una casa smart - o smart home, per dirla all'inglese. Quest'ultima è l'opzione che ha in mente Samsung per i suoi vecchi smartphone Galaxy.
I Samsung Galaxy da poter riqualificare
Samsung ha di recente lanciato un'iniziativa che mira proprio a regalare una seconda giovinezza agli smartphone meno recenti, magari confinati dentro un cassetto in attesa che ci si accorga di loro e si decida se e come smaltirli. L'iniziativa di Samsung, che rappresenta un ampliamento del programma Galaxy Upcycling, è stata denominata Galaxy Upcycling at Home, qualcosa che potremmo tradurre come "riutilizza il tuo Galaxy in casa".
Nei fatti si tratta di una sorta di applicazione posta all'interno dell'app principale di Samsung per la gestione delle case smart e dei suoi dispositivi intelligenti e connessi alla rete, ovvero Samsung SmartThings. Meglio precisare subito che l'iniziativa Galaxy Upcycling è attualmente in fase beta e quindi disponibile in un numero ristretto di Paesi: Stati Uniti, Corea del Sud e Regno Unito. Il fatto però che sia stata annunciata anche in Italia suggerisce che nel momento in cui terminerà la fase beta dovrebbe essere disponibile anche nel nostro Paese.
I dispositivi supportati da Galaxy Upcycling at Home sono tutti quelli delle serie Galaxy S, Galaxy Note e Galaxy Z distribuiti a partire dal 2018 che sono dotati di sistema operativo Android 9 e versioni superiori. In altri termini si tratta di Samsung Galaxy S9 ed S9+, di tutti i prodotti della famiglia Galaxy S10 e di quelli delle famiglie S20 ed S21. Ci sono poi tutti i Samsung Galaxy Note a partire da Note 9, e infine tutti i pieghevoli, quindi i due Galaxy Z Flip (Z Flip e Z Flip 5G) e i due Galaxy Z Fold. Infine, ma è il requisito più semplice da soddisfare, l'app SmartThings deve essere in versione 1.7.63.22 o successive.
La seconda vita dei Galaxy
Dai dispositivi ammessi a Galaxy Upcycling at Home appare chiaro come l'iniziativa sia fruibile anche tramite i prodotti più recenti (i Galaxy S21, ad esempio, ufficializzati soltanto a gennaio 2021), ma come dicevamo diventa parecchio interessante se sfruttata su smartphone (relativamente) anziani come ad esempio Samsung Galaxy S9 che, avendo tre anni, nel frattempo potrebbe essere finito in disuso.
In altre parole, l'idea è di trasformare un possibile rifiuto in un dispositivo IoT (Internet of Things o internet delle cose) per la smart home nella quale potrebbe fungere, ad esempio, da baby monitor o permettere di controllare a distanza gli animali domestici. Allo stato attuale Galaxy Upcycling at Home propone solamente due scenari d'uso, ma come precisa la stessa azienda coreana in futuro saranno ampliate le possibilità offerte di pari passo al numero degli smartphone Galaxy supportati.
Il Galaxy come vedetta, o come sensore
Oggi l'iniziativa di Samsung consente ai Galaxy di riconoscere con precisione i suoni domestici e di salvare determinate registrazioni ambientali per ascoltarle anche quando si è lontani da casa. Esempio: il vecchio smartphone rileva un determinato suono come il pianto di un bambino, il miagolio di un gatto o ancora qualcuno che suona alla porta; a questo punto viene inviata una notifica allo smartphone di riferimento attraverso la quale l'utente può decidere di ascoltare la registrazione dei rumori che hanno innescato l'avviso.
La seconda possibilità consiste in una riprogrammazione del sensore di luminosità che è presente in qualsiasi smartphone. Così, ad esempio, si può impostare lo smartphone vecchio che utilizza Galaxy Upcycling at Home in modo che nel momento in cui rileva un livello di luminosità ambientale inferiore ad uno impostato come riferimento accenda automaticamente le luci, il televisore o innescare un qualsiasi altro dispositivo smart di casa connesso all'ecosistema di Samsung.
L'azienda ha pure pensato al fatto che delle funzionalità simili finiscano per impattare in modo notevole sulla batteria del dispositivo posto a vedetta, per cui Galaxy Upcycle at Home include pure delle soluzioni ad hoc per la gestione della batteria pensate quindi per ridurre al minimo i consumi spegnendo tutte le componenti non essenziali del telefono.